In tutte le aree di interesse ho sempre parlato dell’importanza delle emozioni e della sofferenza che ne deriva quando le emozioni non sono comprese o sono dirompenti: rabbia, paura, tristezza, ansia, senso di solitudine, senso abbandonico…
Merita uno spazio tutto suo, però, anche il vissuto di vuoto emozionale: è più comune di quanto si pensi! Le persone che vivono queste sensazioni spesso non si sentono al loro posto da nessuna parte, vivono costantemente uno stato di disagio interiore ma che non si collega a nessuna emozione chiara, sembra proprio che ci sia un grande vuoto incolmabile dentro. Non si riesce a provare appagamento, non si sente gioia e neanche tristezza, si è totalmente staccati dalle proprie emozioni. Ci sono diversi gradi di “distacco”: c’è chi lo descrive come un “sentirsi lontano”, “poco coinvolti emotivamente”, chi descrive la propria realtà come “piatta”, “senza colore”, “senza vita”, fino ad arrivare a descriverla come “vuoto mentale terrifico” o “totale disintegrazione di me”.
Altre persone hanno raccontato di queste sensazioni come se “gli altri ti parlassero e tu non avessi la forza, la concentrazione di ascoltarli, come se parlassero ma le parole non ti arrivassero” e la conseguenza è di provare una forte paura e angoscia di non essere più in grado di entrare in contatto con qualcuno e con se stessi fino a sentirsi un extraterrestre!
Si può ben immaginare quale grado di solitudine e paura si arrivi a sentire quando si prova tutto questo: se si trova il coraggio di raccontare a qualcuno quello che ci succede la maggior parte delle persone possono pensare che si è diventati matti, ci guardano con sospetto e confusione, proprio come se non fossimo di questo mondo. Una sintomatologia di questo tipo la comprende bene solo chi la vive e il senso di estraneità ci porta a chiuderci ancora di più in noi stessi, a sentirci ancora di più “diversi” o “anormali” e si vive una vita di sofferenza e solitudine.
Le emozioni possono essere assenti oppure, in pochi momenti, arrivare ad essere dirompenti, si possono associare momenti di amnesia, confusione e alterazione del senso di identità: si può arrivare a sentire l’esigenza di auto lesionarsi per riuscire a provare qualcosa o per quietare quello che si sta provando il quel momento!
E’ un vero calvario ed è chiaro che è necessario chiedere aiuto, se non lo si è già fatto. Occorrono studi specifici per avere competenza in questa area sintomatologica, è importantissimo quindi scegliere bene il terapeuta con cui entrare in relazione e iniziare un percorso di comprensione e cura.