Questo è un argomento davvero delicato, dobbiamo chiamarlo col suo nome: anoressia. E’ un disturbo della condotta alimentare in senso restrittivo ed è chiaro che se si decide di smettere deliberatamente di mangiare e si arriva a pronunciare queste parole è perché si prova una profonda sofferenza e pertanto è necessario un aiuto attento, empatico ed esperto.
Se si vive questa situazione si sente che la gioia e l’appagamento psicologico dipendono unicamente dal proprio peso, il senso di vergogna accompagnato al non vedersi mai al peso giusto o con una forma del corpo ideale è devastante, da tutto questo ormai dipende la propria autostima, ma quel peso può arrivare al di sotto della soglia che ci permette di vivere la vita in modo sano e anzi rischia di spezzarla. Se questo è quello che succede a qualcuno che ci sta vicino, molto spesso, noterete una totale mancanza di riconoscimento della pericolosità di tale comportamento alimentare, potrebbe essere preoccupante, incomprensibile, ma con empatia, incoraggiatelo a chiedere aiuto.
Se è quello che ci sta succedendo e abbiamo deciso che bisogna fare qualcosa, vuol dire che già è presente una grande consapevolezza di quello che ci accade e chiedere aiuto sarà più semplice. Magari abbiamo già provato mille terapie, abbiamo visto mille esperti e potrebbe accadere che qualsiasi cura a cui si è sottoposti possa essere vissuta come costrizione, la si vive spesso come una vera violenza, la delusione è sempre dietro l’angolo, però andare a capire le origini di questo opporsi al cibo è fondamentale. E’ un percorso lungo, faticoso, andare a scavare nelle proprie emozioni e sensazioni, lavorare sulle motivazioni, sulle ambiguità, sulla confusione, sulla tristezza, la paura o il bisogno di essere visti e capiti… Però è di fondamentale importanza chiedere aiuto ad un terapeuta preparato con il quale si possa instaurare una relazione di fiducia: vale sempre la pena tentare perché letteralmente può valere la propria vita.